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Delia Giannuzzi, una giovane maestra e il suo sguardo sulla danza

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 Come è nata in te la necessità di aprire una scuola di danza? Hai dato il via a questa avventura molto giovane scegliendo di concludere la tua carriera di danzatrice e dedicarti all'isegnamento. Dopo aver insegnato in molte scuole di Napoli e provincia e aver maturato una certa esperienza al fianco di grandi maestri, ad un certo punto è nata in me la necessità di avere uno spazio solo mio in cui potermi dedicare ai miei allievi senza restrizioni e limiti di orario. Volendo essere sincera però devo confessare che l'insegnamento non è stato proprio una vocazione, bensì un ripiego o almeno così è stato all'inizio. In seguito a diversi infortuni subiti durante le prove spettacolo sono stata costretta a lunghi periodi di riposo, e, per non rimanere del tutto in panchina, decisi di avvicinarmi all'insegnamento. All'epoca ero molto giovane, avrei voluto con tutte le mie forze continuare a danzare, ma aimé il destino mi è stato avverso e devo ammettere che è stata dura

Lettera ad un'allieva per il suo esame di danza

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Forse è la notte che precede l'esame, forse è già la stessa mattina o forse mancano poche ore, minuti, attimi: ogni volta che il pensiero ti porta all'esame una farfalla svolazza nello stomaco e un sospiro prova a scacciare via l'ansia. Chiudi gli occhi e ripensi agli esercizi alla sbarra, ripeti i tempi, la successione dei passi, immagini le teste, le braccia, gli epaulement e poi per qualche ora riesci a distrarti, ma basta un attimo e l'ansia torna, il viso si contrae e il corpo ha di nuovo paura. Nel giorno del tuo esame sai di doverti giocare tutto, di dover mettere in campo tutta la tua forza d'animo, il tuo coraggio, la tua preparazione, l'interpretazione, la tecnica, la memoria, devi riuscire a governare il corpo e la mente, tenere testa all'emozione e mantenere una concentrazione tale da non confondere i passi e i tempi e i ritmi. Messa così pare un'impresa ai limiti del possibile, sembra che in un modo o nell'altro il terrore prenderà i

Sicuro che questa sia danza? Suggerimenti per la scelta della scuola

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A parlare con la gente pare essere lo sport/arte più praticato: miriadi di bambini, giovani ragazzi, adulti tutti a fare danza. E allora ne sei felice, la condivisione è uno degli aspetti più belli dell'esistenza. Pensi: migliaia e milioni di persone provano ciò che io provo, sudano, lavorano in sala per ore, interpretano, studiano i vari stili e le varie epoche e tra i tanti coreografi si sentono più in simbiosi con uno che con un altro. Ma poi ti avvicini. Scruti minuziosamente quei corpi danzanti, ascolti i loro maestri, valuti le coreografie, la scelta delle musiche, lo stile e ripensi: oh mio Dio! E questo cos'è? Dopo una risata - che poi ti dispiace pure ridere, ma di piangere sinceramente non ti va - ragioni giusto qualche minuto prima di abbandonare per sempre il triste pensiero partorito. C'è qualcosa di infinitamente malvagio nell'uomo se si ostina ad insegnare con tale superficialità la pseudodanza a chi, con fiducia e ingenuità, gli si affida consider