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Bolle and Friends a Pompei. La mia recensione pubblicata su Danzaeffebi

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Resterà nella memoria molto a lungo lo spettacolo che Roberto Bolle ha portato in scena al Teatro degli Scavi di Pompei lo scorso 25 luglio supportato da un’organizzazione impeccabile e curata nel minimo dettaglio. Ognuno dei presenti ricorderà con un sentimento di gioia mista a stupore le eccellenze mondiali che si sono esibite su quel palco trasudante storia e antichi racconti. Le gradinate della cavea gremite, le luci soffuse a lasciar scorgere tutto intorno antiche rovine e il palcoscenico, che ancora conserva l’antico fondale di epoca romana, hanno reso palpabile e concreta la sensazione di un viaggio indietro nel tempo. I sensi sono allora amplificati e in un luogo così suggestivo si diviene a tal punto predisposti ad accogliere e ammirare da divenire tutt’uno con la duplice prospettiva della bellezza proposta: quella apollinea delle forme e delle linee e quella dionisiaca della libertà e dell’istinto. Forze opposte e complementari hanno reso lo spettacolo Bolle and friends fl

Voi sul palco e io in platea. Non ho sofferto...che fatti!

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Mi sono divertita molto ad assistere al saggio di fine anno del San Carlo, mi sono divertita perché ho potuto proiettare nel viso di tutti quei ballerini le emozioni che provavo da piccola e ho cercato il volto e il corpo che più mi somigliavano per avere una sorta di opportunità, di flash back, di ritorno al passato. Quanto è incredibile per un piccolo ballerino stare sul palco e sentire gli applausi, la tensione e le aspettative sospese nell'aria, le luci soffuse in sala e quelle accecanti sul viso. Il sipario, l'intro musicale, le ultime battute e poi tutta la scena che si dispiega davanti solo per accogliere la danza. Protagonista per una serata, protagonista di una lunghe serie di giornate di sala prove: l'assegnazione dei ruoli, la sarta che prende le misure per i costumi, le scarpette da ammorbidire, i consigli delle amiche. Era tutto così fantastico quando studiavo danza e sentirsi una stella era davvero semplice. La sera dello spettacolo poi le atmosfere assaggiate

Talenti eccezionali i Mnai's, ma "Around" non spacca

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Sono andata al  Teatro Bellini per assistere allo spettacolo dei Mnai's Around e, forse a causa del mio umore nero di quello sera, sono andata via un po' delusa. La disponibilità della direzione artistica del Bellini, forse il teatro più versatile e aperto a qualunque nuova espressione artistica , fa sì che giovani compagnie e giovani idee abbiano la possibilità di confrontarsi col pubblico. Tanto al Piccolo Bellini quanto negli spazi del teatro principale la danza trova accoglienza e si gioca almeno un'occasione. Around dunque, l'hip hop che racconta il fenomeno dell'integrazione e dell'emarginazione, dello sfruttamento e della superficialità, ha portato in scena il grande talento dei performer, ma a mio parere, lo scarso talento dei coreografi. Forse un discorso a parte proprio per i pezzi di hip hop si può fare , nel senso che solo in quelli si è saputo creare momenti di esaltazione nel pubblico e di forte impatto visivo sfruttando le doti di ball

Conflitto d'interessi. E allora?

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ph. Manuela Barbato Sì, lo so, si tratta di un vero e proprio conflitto d'interessi se uno fa l'ufficio stampa di un evento e poi scrive pure la recensione. E allora? Questo è il mio spazio libero e credo di poterlo fare anche se è politically incorrect. Sara Lupoli in un attimo ha salutato la sua avant première di Album-Toi, mon miroir . Prove, paure, ansie, mesi di creazione intorno ad un'idea e ora....finito! Il vuoto che lacera il coreografo dopo la messa in scena di un lavoro deve essere da capogiro: tanta attesa, tanto impegno, nevrosi e dubbi da far impallidire uno psicopatico e poi tutto finisce in un tac. 30 minuti dunque, 30 velocissimi, intensissimi, interessantissimi (più un altro paio di -issimi) minuti. Ho amato molto il suo lavoro e le ho consigliato di ampliarlo portando gli interpreti da due a mille: perché se penso a quante persone abitano la mia testa non posso che suggerirle di mettere in scena la frantumazione in infinite entità differenti all

La mia recensione x lo Schiaccianoci pubblicata su Danzaeffebi

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Al Teatro San Carlo di Napoli per la prima de Lo Schiaccianoci con le coreografie di Alessandra Panzavolta la platea ha fatto il tutto esaurito e come ogni anno autoctoni e stranieri hanno rispettato la tradizione del Massimo salutando l’anno che si chiude con il balletto natalizio per eccellenza. L’allestimento del Lirico è stato impeccabile: una cornice luccicante impreziosiva il palcoscenico e preannunciava le atmosfere magiche e surreali che di lì a poco si sarebbero palesate; le scenografie di Nicola Rubertelli insieme alle luci di Giuseppe Perrella hanno ricreato ambientazioni maestose e convincenti tanto nei momenti di vita quotidiana e reale come la festa di Natale, quanto in quelli di sogno e magia. I costumi di Giusi Giustino lasciavano rivivere l’eleganza ottocentesca tra colori sgargianti e tessuti pregiati in tutto il primo atto, mentre nel secondo la raffinatezza sobria dell’alta sartoria partenopea ha contribuito all’esaltazione e valorizzazione di tut

Ho visto Nomen Omen di Andrea Arionte e Simona Perrella e questa è la mia recensione su Campadidanza

Un piccolo teatro con due mesi di vita, un piccolo vicolo nei pressi di piazza Dante. Una stradina buia e defilata, un passo più in là dal rumore e dalla gente. Un posto quasi segreto, prezioso, che aspetta di riempire la sua piccola saletta sotterranea per poi accendere le luci calde del primo piazzato scelto dal regista. Andrea Arionte è alla sua prima creazione insieme a Simona Perrella: giovani, fluidi, trasudanti passione. La coreografia, lunga circa 50 minuti, racconta del corpo e dei suoi desideri, che poi ne sono anche il limite, oltre i quali cerca di spingersi; descrive la mente di uomo geniale che ha piegato il Rinascimento facendolo aderire ai suoi progetti visionari, che lo ha reso ingranaggio, macchina, disegno, progetto. La scena è divisa tra i due elementi principali, Simona e Andrea, e altri quattro elementi del corpo di ballo che, di volta in volta incorniciano con una gestualità rituale il lavoro dominante. Pur trovando il lavoro coreografico Nomen Omen già efficac

Emio Greco: "Addio alla fine"...addio all'uomo

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La fine è già passata per Emio Greco e Pieter C. Scholten nell'ultimo lavoro che li vede in scena per il Napoli Teatro Festival Italia "Addio alla fine". Una coproduzione ICKamesterdam e Nederlandse Dansdagen che arriva al Museo Ferroviario di Pietrarsa sfruttando luoghi e cornici surreali, ambienti immensi e scenari in grado di risucchiare il pubblico in una dimensione angosciante, ma anche liberatoria. La coreografia parla di verità, di presa di coscienza, dell'impossibilità di fare un'inversione di marcia: gli uomini, così come siamo abituati ad intenderli, si stanno estinguendo e non resta che salvare gli ultimi esemplari. Il tentativo però sembra fallire e alla fine ne resta uno solo, l'ultimo, colui che consapevole di un destino solitario non può che prenderne atto e cominciare ad accogliere "generosamente" tutto ciò che il mondo gli offre. Niente più egoismi, niente più chiusure, ma una totale apertura verso uno spazio ormai vuoto in cui

San Carlo-Bolshoi 1-0

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Va in scena in  questi giorni al Teatro di San Carlo il balletto romantico "le Corsaire" con la partecipazione non solo del corpo di ballo diretto da Alessandra Panzavolta, ma anche di alcuni allievi della scuola di Anna Razzi. Per la serata della prima i danzatori ospiti sono stati i solisti del teatro Bolshoi Maria Aleksandrova, nel ruolo di Medora, e Aleksandr Volĉkov nel ruolo di Conrad. Il sipario si apre e la nave con cui naufragano i pirati delude non poco, nella grandezza del palco del San Carlo le dimensioni del veliero sono troppo ridotte e le proporzioni risultano ridicole. Per le scenografie si può però dire che la nave sia l'unico neo, infatti il lavoro del maestro Zito ha estasiato ad ogni cambio di scena con sfumature cromatiche dolci e imponenti e con giochi di luci che hanno conferito ai diversi quadri l'atmosfera giusta,  come durante il pas des deux tra Medora e Conrad nella grotta in cui forse di romantico e travolgente erano appunto solo le lu

Lo Schiaccianoci: Anbeta Toromani, Alessandro Macario e il Corpo di Ballo del San Carlo

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 Ieri sera ho potuto assistere alla prima serata in cui Anbeta Toromani e Alessandro Macario si sono esibiti ne lo Schiaccianoci, mentre la sera precedente per il debutto assoluto dello spettacolo in scena c'erano Giuseppe Picone e Marjia Kicevska. La platea era gremita e tutt'intorno al mio posto parevano esserci soltanto stranieri: tedeschi, americani e giapponesi che, approfittando delle vacanze trascorse a Napoli, hanno assistito al grande balletto natalizio per antonomasia.  L'atmosfera era magica e le scenografie strepitose ancor prima dell'apertura del sipario: una cornice natalizia abbracciava il proscenio fin sul soffitto e alcune proiezioni, sobrie e sfumate, ricreavano sul velluto gli scintillii della neve e della magia notturna che si sarebbe di lì a poco verificata. I costumi di Giusi Giustino erano strepitosi, di una sartoria impeccabile e sapevano riprodurre fedelmente le atmosfere dei primi dell'800: dagli abiti rosso sgargiante delle dame invit