Non avremmo mai
immaginato di poter assistere a tutti i Bolero possibili sotto
lo stesso tetto! Ad Esplorare 2023, rassegna di danza in scena fino
al 10 novembre al Teatro Kismet di Bari, sarà assolutamente
possibile. Grazie all’idea e allo sforzo di Domenico Iannone,
direttore artistico della rassegna e della compagnia AltraDanza,
barese doc impegnato da anni a promuovere e valorizzare la migliore
danza possibile. Partendo dal tacco d’Italia risale la china ogni
volta a braccetto con Tersicore impreziosendo la carriera sua e di
chi è al suo fianco. E stavolta lo fa con Bolero, titolo
magnifico e conosciuto anche dai neofiti della danza, un titolo che
vale un secolo di musica in danza e viceversa. E da queste premesse
Domenico Iannone ha costruito l’edizione numero cinque di Esplorare
2023, quella del primo lustro di vita e di una festa da vivere alla
grande, magari sullo spartito riuscitissimo di Maurice Ravel. Il
“ sarà dunque il titolo scelto per l’occasione di una
sinergia con i Teatri di Bari e Officina dell’Arte – APS proprio
per riascoltare più volte l’eco dello spartito di Ravel. Il
progetto Cinque coreografie per cinque scenografi porta in
scena il Bolèro di Ravel infatti in diverse riletture. E come
da tradizione fino al 10 novembre il Teatro Kismet di Bari sarà il
teatro della danza con diverse produzioni e svariati soggetti, in
particolare l’Accademia di Belle Arti di Bari (coordinata per
questo evento dai docenti Francesco Gorgoglione e Raffaele Fiorella,
del Corso di Diploma Accademico di Secondo Livello in Scenografia -
Teatro) e proprio l’ensemble AltraDanza. Fino al 10 novembre alle
18,30 andrà infatti ogni pomeriggio in scena il Boléro di
Ravel, in una versione multimediale che abbraccia le celebri note
dell’opera del 1928. Quelle che andranno in scena saranno quattro
coreografie diverse: l’apertura sarà a cura di Sabrina Speranza
con una speciale rilettura del capolavoro raveliano, L’occhio di
Dio, con la scenografia di Paola Santoro. Lo spettacolo è
incentrato sulla sezione aurea o Divina Proporzione, collegata
ai vari elementi della natura e dell’arte. Dal DNA, fino
all’uragano e alle galassie, mostra tutto il mistero che il cosmo
nasconde. Lo scopo è quello di rendere lo spettatore consapevole del
mistero che la sezione aurea nasconde e di farlo riflettere
sull’esistenza dell’infinito. A seguire Le Bolerò del
Ballet Center, con le coreografie di Alessandra Lombardo e Antonella
Domanico e la scenografia di Angela Saponara. in una arena virtuale,
dodici danzatori si contendono la scena sulle note del Bolèro,
e la versione dell’artista elettronico Prequell rende la scrittura
musicale incalzante, enfatizzata da un gioco di corpi che si
intrecciano attraverso la pregiata partitura coreutica. L’altro
spettacolo incentrato sulle musiche di Ravel è «rEvolution»,
coreografia di Gabriella Zizzo e Raffaella Pucillo, scenografia di
Dorotea Sabini. Un mutamento graduale e ritmico, una presa di
coscienza ed un risveglio. L’uomo-automa incastrato nei processi
della gabbia sociale si riavvia attraverso il cortocircuito, che come
un virus cresce, matura e si espande, fino alla rivoluzione. Il
rovesciamento del sistema segna la rinascita, l’emancipazione e la
libertà di esistere e autodeterminarsi.
Giovedì 9 sarà la volta di Out of Closet, con la coreografia di Fabrizio Delle Grazie e la
scenografia di Giovanni la Torre: un inno alla libertà di essere chi
si desidera di essere. Una persona, come un armadio, può nascondere
molte cose dentro di sé. Il viaggio all’interno di questo armadio
esplora l’identità di un individuo che si spoglia di tutti gli
artifizi dettati dall’appartenenza sociale e riscopre la sua vera
identità, svincolata dal concetto di genere binario. É un’identità
che transita nel mezzo. Venerdì 10 si chiuderà in scena con Adoro Bolèro, coreografia di Fabrizio Natalicchio, con la
scenografia di Francesco Ceo e Michele Tataranni. Qui il senso è
partire dal concetto di adorazione, espresso nella prima
versione del Bolero di Ravel e portarlo ad una visione
totalmente nuova. Gli uomini che adorano la donna diventano fedeli
che adorano una reliquia. In tal senso si susseguono in scena due
ambienti virtuali: quello in cui avviene la preparazione della
madrina, e quello in cui viene portata in processione. Tutto è teso
a mantenere il concetto originale del Bolero seppur
decontestualizzandolo, e a mantenere forte l’identità territoriale
e culturale di coreografo, scenografi e danzatori. In linea con le
tradizioni pugliesi, tra sacro e profano, in maniera analoga a tutto
quello che rappresenta il “Bolero”, tra adorazione e perdizione.
In scena tra Cattedrali e Festa Patronale, tra vetrate e luminarie;
fra donne e sante, i ritmi di Ravel troveranno nuova linfa vitale in
chiave totalmente inedita, donando allo spettatore emozioni senza
tempo. Durante la rassegna non mancheranno altri spettacoli frutto di
una call realizzata da AltraDanza nelle scorse settimane, per
la ricerca di nuove creazioni inedite o in fase di studio. Alle 21
toccherà invece ad altre coreografie scelte dalla direzione
artistica del festival: Ohana (coreografia di Nicola De
Pascale), realizzata all'interno di Small Training, educational
project di Equilibrio Dinamico; Il corpo sussurrando del
Balletto Teatro di Torino, con la coreografia di José Reches e
Manfredi Perego, il 9 novembre in scena tre coreografie Mašara di Ilenia Tundo (con Angelica Pagliei e Ilenia Tundo), Unknown di e con Alessia Lombardi, Klore di Mariangela Di Santo e Carla
Andolina (in collaborazione con Fondazione Milano - Civica Scuola di
Teatro Paolo Grassi). Il 10 novembre la compagnia Artemis Danza, con
la coreografia di Monica Casadei, porterà sul palco Il barbiere
di Siviglia.
Massimiloiano Craus