Sostenere la cultura non vuol dire mettere soldi, ma creare servizi e opportunità
Qui per la cultura e per l'arte non si fa mai nulla! Sento questa litania nelle orecchie da sempre. Diciamoci la verità per molti "fare qualcosa" vuol dire mettere soldi e allora mi dispiace ma sento di dire che è meglio che non sia così. Dico che è meglio, perché poi quando si creano connubi ambigui tra cultura e politica siamo capaci di strapparci le corde vocali per urlare ai quattro venti "ingiustizia!" o "imbroglioni!" o accusare il politico di turno di clientelismi e favoritismi, ed è giusto che sia così: bisogna sempre puntare il dito e denunciare senza paura gli intrighi poco chiari che alimentano il circuito chiuso della cultura politicizzata.
Questo accade soprattutto quando la politica finanzia progetti artistici e di conseguenza entrano a far parte del team organizzativo gli stessi politici di turno che hanno finanziato....non se ne esce più. Ricordate le delusioni legate al Napoli Teatro Festival, e il Mercadante? Poi però se la politica non ci mette i soldi siamo tutti lì pronti a dire che non si pensa più alla cultura e che paese di merda e che bla bla bla. D'accordo, non metto in dubbio neanche per un nano secondo che la politica abbia poca attenzione per la cultura e per le espressioni artistiche, ma bisogna riconoscere in un modus operandi differente da quello che ci si aspetta o ci si prefigura come essere quello giusto un'alternativa efficace e feconda di sostenere gli artisti e gli operatori culturali. Il Comune di Napoli pubblica sul proprio sito bandi aperti a tutti per presentare progetti artistico/culturali da inserire nei vari format che si susseguono in città, è possibile inoltre richiedere un incontro in assessorato per esporre il proprio progetto e richiedere la fruibilità di location di proprietà del Comune che, nei limiti del possibile e del disponibile, sarà lieto di mettere a disposizione. Negli ultimi tempi poi, per andare più sul concreto, sono state realizzate opere e strutture e servizi con la finalità di aiutare tanto i giovani artisti emergenti, quanto gli operatori esperti del settore e soprattutto il pubblico....perché senza pubblico non c'è spettacolo! Penso al riconoscimento degli spazi dell'ex Asilo Filangieri (metto il link al mio articolo su Artribune http://www.artribune.com/2016/01/lex-asilo-filangieri-un-luogo-di-produzione-e-diffusione-di-cultura-il-comune-di-napoli-stabilizza-gli-occupanti-ma-non-mancano-le-polemiche/), ma penso anche alla recente inaugurazione della Sala di Registrazione a Pianura gratuita per i giovani dai 16 ai 29 anni che vogliano incidere il loro primo album, c'è poi lo Spazio Polifunzionale di Soccavo in cui si tengono laboratori e attività culturali.
In un recente incontro nel grande salone dell'Istituto Italiano per gli studi Filosofici all'interno di Palazzo Serra di Cassano il sindaco di Napoli ha chiarito il suo rapporto con la cultura e con gli operatori del settore sollecitato da una precisa domanda "Cosa fa quest'amministrazione per la cultura?". La risposta è stata diretta e in un certo senso dura, ma mi ha aperto la mente e mi ha fatto comprendere la natura di incontrovertibile giustizia di quanto detto. Il Comune sostiene la cultura e lo fa dando il patrocinio morale ad eventi culturali ed artistici, mettendo a disposizione i propri spazi e i propri esperti per confronti, ma se aiutare la cultura vuol dire mettere soldi per realizzare questo o quel progetto no, non è possibile, alla luce del fatto che creare un rapporto di dipendenza tra l'operatore culturale e il politico di turno può mettere in piedi meccanismi poco chiari e che possono sfuggire facilmente al controllo. Non può e non deve esserci una situazione per cui l'artista o l'operatore culturale siano, per così dire, attaccati alla mammella della politica. Per evitare qualunque tipo di scambio di favori, di voti, di preferenze si predilige agire con servizi, supporti e consulenze finalizzati alla promozione e diffusione dell'arte, ma mai il Comune secondo me dovrà finanziare economicamente questo o quel progetto.
Detto ciò porto qui un esempio su tutti di servizio messo a disposizione dal Comune di Napoli per supportare e diffondere la cultura: il Polibus. Notizia diffusa già da alcuni giorni è quella della nascita del bus che accompagnerà gratuitamente gli spettatori ai teatri che fanno parte del circuito Politeatro composta da: Teatro Area Nord, Elicantropo, De Poche, Piccolo Bellini e Start/Interno 5. All'interno dei bus ci saranno momenti di dibattito e confronto con gli artisti impegnati nei teatri, un vero e proprio foyer su ruota.
Qualcosa gira bene, qualcosa gira, qualcosa.