Ricordo di Dachau nel giorno della memoria. Dedicato a Noa Wertheim coreografa israeliana

Non tutti i bambini a 9 anni vengono portati dai genitori in visita al campo di concentramento di Dachau. Non tutti i genitori lo farebbero. I miei lo hanno fatto: senza troppe spiegazioni, senza troppi racconti, senza troppe paure. Ho passeggiato tra i viottoli sterrati e sono entrata nelle docce, ho guardato nella profondità dei forni e la durezza dei letti. Ho avuto vergogna delle latrine e imbarazzo per l'imposta assenza di pudore. Ho pensato ai piccoli e ai vecchi. La semplicità dei miei ragionamenti mi mostrava ancor meglio la semplicità dell'odio e più di tutto la semplicità della paura. Avevo 9 anni. Un ricordo che è diventato maestro, un incontro che accende la fiamma dell'empatia, una spinta imperitura verso lo studio ossessivo e maniacale di ogni risvolto, punto di vista, testimonianza del III Reich. Da quel giorno il mio sguardo sul mondo ha 9 anni.

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