Lavorare per la mia città

Vivo a Napoli e da poco, ma veramente da poco, ho capito che non sarò mai in grado di andare via. Alcuni eventi accaduti in questi giorni mi hanno fatto comprendere quanto sia visceralmente legata a questa terra maledetta e quanto mi sia impossibile organizzare, pianificare e mettere in atto un trasloco definitivo. Avevo sognato il Costa Rica, poi ho raccolto informazioni sulla Repubblica di Santo Domingo, poi ancora ho valutato, ma seriamente valutato, le Isole Canarie. Ho cominciato a sondare i possibili lavori che avrei potuto svolgere all'estero e mi ero anche resa conto che, tramite la Farnesina, ma anche tramite il contatto privato con le scuole all'estero, avrei potuto percorrere la strada dell'insegnamento dell'italiano ai figli di connazionali espatriati. Poi mio marito ha cominciato a parlarne sempre di meno e io mi sono accorta di non esserci rimasta poi così tanto male...

Avrei mal di Napoli ogni giorno, sentirei un vuoto angosciante, desidererei le mie strade, la mia gente, i miei suoni e i miei colori. L'unicità che caratterizza la mia città, nel bene e nel male, fa sì che non possa fare a meno di lei. La amo e la odio, la fuggo e la cerco, ma allontanarmi fino a non sentirne più gli odori e a desiderarne i sapori mi ucciderebbe.

Stare a guardare però no! Ecco, questa è un'altra novità degli ultimi tempi: sento il desiderio di partecipare attivamente e di darmi da fare per questo posto. Certo potrei prendere una scopa e dei guanti e scendere in strada a pulire, potrei andare in spiaggia a rimuovere i rifiuti, potrei girare per le strade cercando di sensibilizzare la gente. Potrei... Ma ciò che voglio è mettere a disposizione di questo posto la mia reale preparazione, ciò che ho studiato e ciò a cui con passione mi dedico ogni giorno.

Voglio lavorare nel circuito della cultura e degli eventi. Pare che quando provi a parlare di cultura o di arte in realtà per il mio interlocutore stia dicendo: "Cazzata, perdita di tempo, niente soldi, bla, toc tic tuc, nullafacente, sognatore". E invece chi come me si dà da fare tra teatri e compagnie, scuole e seminari, coreografie e artisti in generale sa bene che quello dell'arte e della cultura è un pozzo colorato senza fine da cui è possibile attingere mille e mille possibilità.

Sogno, metto in ordine i miei sogni e riscrivo.




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