La mia recensione x lo Schiaccianoci pubblicata su Danzaeffebi




Al Teatro San Carlo di Napoli per la prima de Lo Schiaccianoci con le coreografie di Alessandra Panzavolta la platea ha fatto il tutto esaurito e come ogni anno autoctoni e stranieri hanno rispettato la tradizione del Massimo salutando l’anno che si chiude con il balletto natalizio per eccellenza.

L’allestimento del Lirico è stato impeccabile: una cornice luccicante impreziosiva il palcoscenico e preannunciava le atmosfere magiche e surreali che di lì a poco si sarebbero palesate; le scenografie di Nicola Rubertelli insieme alle luci di Giuseppe Perrella hanno ricreato ambientazioni maestose e convincenti tanto nei momenti di vita quotidiana e reale come la festa di Natale, quanto in quelli di sogno e magia. I costumi di Giusi Giustino lasciavano rivivere l’eleganza ottocentesca tra colori sgargianti e tessuti pregiati in tutto il primo atto, mentre nel secondo la raffinatezza sobria dell’alta sartoria partenopea ha contribuito all’esaltazione e valorizzazione di tutti i ruoli.
Ancor prima dell’apertura del sipario, tra le prove dell’orchestra diretta dal maestro David Coleman e il chiacchiericcio degli spettatori, la sovrintendente Rosanna Purchia si aggirava soddisfatta e orgogliosa tra le file delle poltrone gremite.

Fin da subito Jurgita Dronina, étoile ospite, ha proposto una Clara particolarmente frizzante e spiritosa affiancata da Carlo De Martino nel ruolo del fratello che pure ha sfoggiato un’ottima dimestichezza nella mimica e nell’interpretazione oltre ad una tecnica pulita. Punta di diamante del primo atto è stata l’entrata in scena di un Arlecchino ormai noto al pubblico partenopeo, Salvatore Manzo applaudito e apprezzato per la tecnica impeccabile, le doti fisiche e un’esecuzione brillante e precisa. Sul finire del primo atto è finalmente entrato in scena l’atteso Giuseppe Picone nel ruolo del principe Schiaccianoci. Solitamente i grandi artisti sono accolti da applausi a scena aperta nella prima apparizione; questa volta però il pubblico ha preferito un sacro silenzio nell’attesa di valutare una performance che di certo non ha deluso. Il primo pas des deux tra Clara e il Principe ha rivelato grande feeling: la sintonia tra i due interpreti era tangibile e gambe e braccia eseguivano con simmetria, equilibrio e medesima qualità di movimento le variazioni che così risultavano armoniose e fluide.

Jurgita Dronina ha svelato una natura felina nei serratissimi giri sur le cou de pied dalla tecnica impeccabile e brillante – la stessa che ha caratterizzato il celebre manège – e una natura invece angelica ed etera in diverse variazioni caratterizzate da una leggiadria inverosimile che si è fatta più volte beffa della forza di gravità. La ballerina russa possiede una capacità di sospensione del gesto e dilatazione della musica da lasciare basiti.

Giuseppe Picone, imponente nella figura e regale nel portamento, ha dato il massimo nelle batterie così come nei respiri dei grandi salti. Maestoso e agile ha dimostrato tutta la sua esperienza nell’essere partner rassicurante e forte, generoso e garbato. Una classe senza arroganza che, unitamente alla bellezza delle linee della Dronina, ha donato splendore e prestigio alla rappresentazione.

Il Corpo di Ballo del San Carlo ha lavorato sodo e lo ha fatto soprattutto per ciò che concerne il sincrono e l’armonia. I fiocchi di neve hanno convinto con una sinergia e una cura minuziosa del particolare che a mio dire l’anno scorso lasciava a desiderare e la regina della neve interpretata da Annalisa Nuzzo ha racchiuso in sé grazia e superbia in un connubio perfetto. Qualche sbavatura invece c’è stata nella danza cinese in cui la buona prestazione delle ballerine prese singolarmente veniva inficiata da piccole differenze nei tempi e nelle forme come coppia. Bella la danza spagnola che ha visto soprattutto in Sara Sancamillo una superba interprete del carattere ispanico. Tra le soliste compare anche Candida Sorrentino, composta e gentile nel suo Valzer dei Fiori, gestisce la variazione con controllo tecnico e compostezza.

Lienz Chang, da poco il nuovo maître de ballet, che per questa occasione ha affiancato Alessandra Panzavolta nelle prove dello spettacolo, aveva fatto una promessa in conferenza stampa e pare proprio che l’abbia mantenuta: lavorare bene, lavorare sodo e lasciar parlare il palcoscenico. Risulta un corpo di ballo convincente, più pulito tecnicamente e più esigente nei confronti delle proprie prestazioni.

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