Così fan pochi

Io con Daniil Simkin
Ero lì ieri sera, al posto più giusto in cui potessi trovarmi. Non avrei potuto desiderare di più, non avrei potuto aspettarmi di più da sei coppie di esseri viventi che a quanto pare vanno classificati come "esseri umani". Stento a credere che siano della mia stessa materia e che appartengano al mio stesso genere, ma anche allo stesso genere di tanti sedicenti ballerini. Ero al teatro Mediterraneo e avrei potuto esseri lì anche sola, anche durante un terremoto, anche durante l'invasione aliena...

Lì ero e lì sarei rimasta, inchiodata.
Qualche problema tecnico c'è stato, come ad esempio le luci troppo scarne e indecise e la figura del presentatore che a mio dire andava evitata, ma per il resto, a voler cercare il difetto a tutti i costi vuol dire essere cinici e prevenuti.
Senza stilare l'elenco borioso di tutti i nomi e di tutte le variazioni mi limito a fare qualche libera, liberissima considerazione su quanto ho visto. Ho visto il talento, la classe, la ricerca della perfezione. Ho visto i risultati di vite dedite al sacrificio, di esistenze di giovani poco più che ventenni interamente dedicate alla danza. Ho ammirato la grandiosità di chi lascia il mondo fuori per chiudere se stesso e la propria anima in una sala tra parquet, specchi e musica.
Daniil Simkin il fiato me lo ha tolto e nel guardarlo volare ho pensato " mio dio, io ti sto guardando!" le lacrime riempivano gli occhi mentre la solitudine di un'emozione fortissima mi devastava. Con chi condividere una gioia così grande? Con me, con il mio passato, con i miei ricordi, con le mie frustrazioni. Figlio d'arte, ma direi figlio di dio, Daniil ha mostrato al mondo che di stella nel cielo non ce n'è una sola e chi si ostina a portare alti sempre gli stessi nomi soffre di un'inconsapevole cecità. Brillante, felice, pulito.
Certo pretendere che tutti gli ospiti fossero al livello della grande stella di nome Simkin vorrebbe dire appiattire un universo vario e vasto in cui tanti talenti si formano e aspettano il grande salto tra imprecisioni e incertezze, ma mantenendosi pur sempre ad un livello tecnico altissimo.
Carlo Di Lanno, ancora timido e tanto emozionato, ha vissuto il palcoscenico in maniera composta mettendo al primo posto la pulizia dell'esecuzione tra tours à la seconde e quadrupla pirouette finita in un aplomb che ha fatto esplodere la platea. Oleksandr Stoianov seducente ne lo spettro della rosa è poi esploso in Espada, Kirill Safin pareva gareggiare in grazia e armonia con la sua partner e mostrava una rara eleganza nell'esecuzione di salti che solitamente scompongono la figura per lo sforzo fisico. Mio caro Dmitry Sobolevskiy, hai saputo accompagnare la Bolotova in maniera eccellente e hai dimostrato una tecnica impeccabile e quasi furiosa oserei dire. Dmitry Prusakov ha preso fuoco tra le fiamme di Parigi e ha acceso tutta la sala con il suo Atteone. Tours à la seconde, tour en l'air, entrechat, pirouettes, grand jeté en tournant in manège: tutto tecnicamente ad un livello altissimo. Ho goduto! 
E se gli uomini sono stati motori a propulsione nucleare le donne se la sono giocata davvero bene. The winner is Tatiana Bolotova che ha fatto letteralmente venir giù il teatro: un sorriso che emanava semplicità e leggerezza sembrava alimentare una forza sovrumana nel resto del corpo che le consentiva di girare alla velocità della luce, avere una elevazione delle gambe dolce e sicura e poi diagonali di piqué, 32 fouettes e poi e poi...
La grazia eterea di Elena Kotciubira si opponeva alla tecnica forte ed esplosiva di Maria Mishina, corporature diverse, presenza scenica agli antipodi eppure non saprei scegliere. Tecnica leggiadra e sopraffina o tecnica forte e decisa? La Sverchkova ha convinto di più in Espada tirando fuori una tenacia e una carica insospettabili nella prima variazione che l'ha vista invece troppo docile e composta.
Antonina Chapkina mi piace da morire, forse perché ha una fisicità superba e in particolare gambe da capogiro, è certo che debba ancora raggiungere la maturità e la sicurezza dell'étoile, ma guardarla con la consapevolezza della sua gioventù è un sogno. Skylar Brandt, partner del flying Daniil, dolce e piccolina, esile e leggera dimostra un'impeccabile tecnica ma, a mio dire, appare un po' freddina sul palco. Perfetta e glaciale, piccola e grandiosa.
Grande spettacolo e grande tenacia degli organizzatori Sergio Ariota e Andrey Lyapin che hanno tenuto duro nonostante la strada in salita tra burocrazia e costi di realizzazione.
Non tutto è impeccabile e perfetto, non tutto merita la standing ovation, altrimenti si rischierebbe poi di penalizzare quelli davvero grandi, ma gli ospiti della serata erano di un livello più che alto e solo alla luce di questo e tenendo ben presente che lavorano nei migliori teatri del mondo, possiamo avanzare qualche considerazione.





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