Cosa è accaduto ieri sera al San Carlo?
È successo che ho goduto. Un'ora ipnotizzata da un corpo di ballo straordinariamente coinvolgente e da quattro voci che tutto scuotevano. Le coreografie di Mauro Bigonzetti hanno saputo riprodurre l'anima della napoletanità più terrena e volgare, seducente e pulsante. Il tamburo da solo accompagnava il petto ansimante di un pax des deux romantico e sensuale allo stesso tempo.
La fisarmonica guidava un passo a due al maschile voluttuoso e slabrato.
I canti tradizionali, della Napoli più antica, eseguiti dal vivo lasciavano che si avvertisse la verità senza veli, senza freni, senza educazione.
Ho sentito l'assenza di rigidità e di schematismi sociali, ho sentito la ribellione più ardita che c'è, ho sentito e ho visto l'unica cultura in grado di riprodurre l'animalità dei sensi.
"Cantata" è un omaggio alla città di Napoli, Bigonzetti è il coreografo che ha saputo farlo e per un non napoletano non è certo facile.
La fisarmonica guidava un passo a due al maschile voluttuoso e slabrato.
I canti tradizionali, della Napoli più antica, eseguiti dal vivo lasciavano che si avvertisse la verità senza veli, senza freni, senza educazione.
Ho sentito l'assenza di rigidità e di schematismi sociali, ho sentito la ribellione più ardita che c'è, ho sentito e ho visto l'unica cultura in grado di riprodurre l'animalità dei sensi.
"Cantata" è un omaggio alla città di Napoli, Bigonzetti è il coreografo che ha saputo farlo e per un non napoletano non è certo facile.