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Emio Greco: "Addio alla fine"...addio all'uomo

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La fine è già passata per Emio Greco e Pieter C. Scholten nell'ultimo lavoro che li vede in scena per il Napoli Teatro Festival Italia "Addio alla fine". Una coproduzione ICKamesterdam e Nederlandse Dansdagen che arriva al Museo Ferroviario di Pietrarsa sfruttando luoghi e cornici surreali, ambienti immensi e scenari in grado di risucchiare il pubblico in una dimensione angosciante, ma anche liberatoria. La coreografia parla di verità, di presa di coscienza, dell'impossibilità di fare un'inversione di marcia: gli uomini, così come siamo abituati ad intenderli, si stanno estinguendo e non resta che salvare gli ultimi esemplari. Il tentativo però sembra fallire e alla fine ne resta uno solo, l'ultimo, colui che consapevole di un destino solitario non può che prenderne atto e cominciare ad accogliere "generosamente" tutto ciò che il mondo gli offre. Niente più egoismi, niente più chiusure, ma una totale apertura verso uno spazio ormai vuoto in cui...

Stasera morirò di Vertigo!

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Voglio un'overdose di danza, voglio sentirmi male e gridare "aiuto!", voglio distruggermi le mani a forza di applausi, voglio i VERTIGO dentro di me e sentirmeli nella testa per mesi, mesi e mesi finché torneranno di nuovo  a Napoli. Stasera mangerò le coreografie di Noa Wertheim, genio creatore di lavori da infarto durante i quali nessuno si sogna di avere la minima distrazione, ma neanche il minimo pensiero di possibilità di distrarsi. No! non c'è modo di pensare ad un solo fatto privato ed intimo, tutti i neuroni sono attenti a raccogliere informazioni dal palco, tutte le sinapsi attive nel mio cervello stasera non comunicheranno che una sola informazione: "Dio mio, questi ballerini sono divini! " Lo scorso anno ho visto "Vertigo 20" coreografia stupefacente in cui mascolino e femminino lottano in un'opposizione ancestrale, e pure attuale, per un predominio mai raggiunto tra la ricerca di un equilibrio pacifico e la contrapposizione d...

Noa Wertheim e Vertigo 20

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Vertigo 20 La perfezione dell'esecuzione e la bellezza dei danzatori ha tenuto completamente ipnotizzato il pubblico per un'ora. A guardarsi intorno durante lo spettacolo si notava un'omogenea massa di persone immobili e concentrate nel seguire le coreografie coinvolgenti di Noa Wertheim. La scenografia, scarna ed essenziale, risultava essere funzionale ai danzatori sempre in scena per 60 minuti. La scelta delle musiche, ora malinconiche e romantiche, ora selvaggiamente incalzanti, contribuiva a tenere viva la magia negli spettatori sempre attenti. Raramente si assiste ad un lavoro coreografico eccellente dal primo all'ultimo quadro: girotondi evocanti antichi riti ed energiche corse in cerchio si alternavano a momenti di pas de deux in sincrono o eseguiti a canone.