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Ho visto Nomen Omen di Andrea Arionte e Simona Perrella e questa è la mia recensione su Campadidanza

Un piccolo teatro con due mesi di vita, un piccolo vicolo nei pressi di piazza Dante. Una stradina buia e defilata, un passo più in là dal rumore e dalla gente. Un posto quasi segreto, prezioso, che aspetta di riempire la sua piccola saletta sotterranea per poi accendere le luci calde del primo piazzato scelto dal regista. Andrea Arionte è alla sua prima creazione insieme a Simona Perrella: giovani, fluidi, trasudanti passione. La coreografia, lunga circa 50 minuti, racconta del corpo e dei suoi desideri, che poi ne sono anche il limite, oltre i quali cerca di spingersi; descrive la mente di uomo geniale che ha piegato il Rinascimento facendolo aderire ai suoi progetti visionari, che lo ha reso ingranaggio, macchina, disegno, progetto. La scena è divisa tra i due elementi principali, Simona e Andrea, e altri quattro elementi del corpo di ballo che, di volta in volta incorniciano con una gestualità rituale il lavoro dominante. Pur trovando il lavoro coreografico Nomen Omen già efficac...

L'uomo accetta i suoi limiti e solo allora comincia a creare

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Da Vinci - Nomen Omen  un lavoro di Andrea Arionte Andrea Arionte Il rapporto tra proporzione matematica ed armonia estetica rende il corpo umano l’opera divina per eccellenza, impossibile da descrivere con precisione data la sua complessità. Un corpo che vive tormentato ed ossessionato dal voler incorniciare la totalità della propria figura, tradurla in espressioni plastiche. Attraverso la personalità di Leonardo Da Vinci, emblema di genialità artistica segnata dall'insoddisfazione e dall'incompletezza divorata da una insaziabile sete di sapere (pretesto della nostra ricerca), il lavoro intende porre uno sguardo alla condizione di limite che grava sulle  possibilità inespresse dell'uomo, mira ad utilizzare il corpo come strumento di trasmissione e lo condiziona per raggiungere l’evidenza del “soffio” dell’anima.